La storia della campana affonda nei tempi antichi. Pare che fosse già costruita ed utilizzata in oriente tremila anni prima di Cristo, il che significa che è uno strumento con circa 5000 anni di storia.

E’ significativo quindi come l’Uomo abbia utilizzato questo strumento come punto di contatto con se, la propria spiritualità ma anche con le altre persone.

Nella religione Cristiana la diffusione delle campane avviene dopo l’editto di Costantino del 313 d.C. che da ai Cristiani libertà di culto.

Non a caso il termine antico latino riferito alla “campana” è “Tintinnabula” una onomatopea che lascia intendere come le campane in occidente fossero più dei sonagli o comunque di piccole dimensioni.

Nella tradizione è S.Paolino da Nola (355 – 431) che introduce le campane nell’utilizzo religioso e favorisce la produzione di “Vasa campana” in bronzo (letteralmente: I vasi in bronzo della campania) da cui deriva esattamente il nome “Campana”.

La qualità del bronzo che si produceva in Campania è citata anche da Plinio il vecchio (23-79).

Le prime campane erano per l’appunto “vasi” e non di certo accurati strumenti musicali come oggi solo le migliori fonderia sono in grado di realizzare.

Non erano nemmeno pregevoli opere d’arte dato che le tecniche si affineranno solamente successivamente.

Le prime campane inoltre non erano realizzate per suonare assieme alle altre.

Innanzitutto non vi era certo un clima culturale favorevole per lo scambio di informazioni, arti e scienze, per cui ogni singola campana era un pezzo unico senza troppe raffinatezze.

Non a caso la fusione delle campane era spesso prerogativa degli ordini religiosi che custodivano e tramandavano le conoscenze ed esperienze acquisite.

Non è un caso dunque che il primo trattato in materia di costruzione delle campane sia di Teofilo, il famoso monaco di origine tedesca vissuto nel XII secolo autore de

“De diversis artibus” o “Diversarum artium Schedula”, un ricettario che rappresenta una sorta di enciclopedia del sapere tecnico del medioevo nel campo dell'arte e dell'artigianato, presentato per la prima volta in termini di chiarezza e divulgazione.

Ovviamente con il rinascimento anche le arti riferite alla fusione delle campane subiscono un grande impulso.

I fonditori testano geometrie e proporzioni per trovare finalmente un equilibrio musicale nel timbro per creare non solo una buona campana, ma interni insiemi che possano suonare in armonia tra loro. Appare la tecnica della cera persa che permette sia di decorare le campane, ma collateralmente di disporre di formelle in negativo che possono riprodurre quante volte si vuole caratteri ed ornamenti per poter adornare i vasi in bronzo con figure sempre più belle e raffinate.

Si apre così l’era dei grandi fonditori di campane.

Non è un caso che proprio dal rinascimento si inizi a disporre sistematicamente di campane sempre più migliorate e sempre più apprezzabili.

Il leggendario fonditore Olandese De Wou produce proprio nel 1497 quella che per l’epoca era una autentica opera colossale: la leggendaria campana “Gloriosa” ad Erfurt.

Un colosso di più di 10 tonnellate, un peso che anche oggi fa rabbrividire qualsiasi fonditore di campane.

Questa campana è tutt’ora considerata tra le più belle campane del mondo ed è stata presa a modello un numero considerevole di volte per la realizzazione di nuove campane.

E’ sorprendente quanto rilevante dato che il suo timbro e le sue proporzioni sono nuove ed influenzeranno, anzi influenzano tutt’ora, la produzione delle campane.

I campanili quindi possono disporre finalmente di strumenti musicali sempre più sviluppati e così nasce cinque secoli fa anche il Carillon, ovvero un “pianoforte di campane” grazie all’audacia dei fratelli Hemony.

I fonditori di campane quindi nei secoli successivi godono della grande domanda di campane, strumento sempre più necessario ed oggetto anche di competizione tra le varie comunità.

I tempi influenzano gli stili ed è interessantissimo poter osservare campane che arrivano dalle varie epoche storiche quale influenza artistica abbiano subito.. dal Barocco al Liberty, dal Roccocò fino ai moderni “concept” degli artisti di oggi.

Come è chiaro anche le campane, che possono sembrare ad un occhio disattento, strumento arcaico e basta, hanno sempre goduto delle migliori tecnologie di produzione.

A partire dalla fine della seconda guerra mondiale per esempio, molti fonditori hanno iniziato ad applicare notevoli studi scientifici sui timbri, il cui culmine è stato raggiunto dal leggendario fonditore tedesco Friederich Wilhelm Schilling che fu il primo, grazie ad una mente geniale ed a una educazione scientifica ferrea, a creare campane tanto perfette quanto emozionanti utilizzando modelli matematici. Da segnalare il “trittico” di suoi concerti di campane per la Cattedrali di Friburgo di Brisgovia, Wurzburg e Costanza.

L’Italia non è di certo rimasta a guardare, notevoli sono le dinastie di fonditori di campane che hanno dato campane di eccellente qualità alle nostre torri campanarie, con lavorazioni finissime ed accordature eccellenti.

Oggi le campane sono degli strumenti musicali, della famiglia degli “idiofoni a percussione” e devono seguire precise indicazioni di qualità senza le quali non è possibile accettarle.

Saper ottenere campane eccellenti è requisito fondamentale per dare anche al futuro un motivo per godere del suono delle campane.